Si può ancora dire Dio

Si può ancora dire Dio
Si può ancora dire Dio

 

Si può ancora dire Dio?

Mimmo Armiento

Ed. Narcissus

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Mimmo Armiento si è formato a Padova, vive e lavora a Manfredonia come psicologo psicoterapeuta. Propone una visione dell’origine dell’uomo che non può derivare dal caos del big bang o dalla naturale selezione della specie come affermano le teorie Darwiniane. Allievo di p. Giovanni Marini ofm, ha fondato l’associazione “ingannevole come l’amore” che cura insieme a sua moglie Cinzia e ad uno staff di giovani che credono nei valori che promuove.

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A dispetto del titolo Mimmo Armiento dice subito Dio, anzi confesserà al termine di avere la sensazione di aver detto Dio in ogni parola del suo saggio. Chi conosce Mimmo Armiento non può dubitare della sincerità del suo punto di vista e chi ha preso parte agli incontri di ingannevole come l’amore, riconosce subito il suo linguaggio.

Ciascuno è chiuso nei suoi schemi autoreferenziali e ciò che è vita è venirne fuori, potremmo sintetizzare, per evitare gli effetti limitanti del nostro sabotatore interno che in questo nostro personalissimo quadrato si alimenta.

Viviamo grazie ad un permesso di esistere, donatoci da una madre sufficientemente buona, ma prima di dirci di essere figli suoi, Mimmo indaga su ciò che ci ha originati davvero, da prima.

 Ecco quindi una critica accesa alle teorie della Creazione come derivate da un Big Bang e delle teorie di Darwin sulla selezione naturale e quindi lo scorgere nell’ordine delle cose che compongono il nostro universo qualcosa che non può essersi determinata dal caos ma da un’intenzione primaria che ci ha voluti e della quale siamo figli prima di essere figli dei nostri genitori e del mondo intero.

Affronta la scienza nelle sue accezioni di matematica e di fisica e nei suoi paradigmi di “dimostrazione” argomentando compiutamente sui limiti che si frappongono nella ricerca allorquando si elevano a “legge” i paradigmi stessi, alcuni dei quali si contraddicono tra loro, altri che non dimostrano nulla oltre se stessi perché dal nulla non deriva nulla.

Nella ricerca del momento prius della nostra stessa creazione diviene quindi anche possibile comprendere se sia nato prima l’uovo o la gallina nell’intenzione che ci ha generati che è quel permesso di esistere che ci tiene in vita.

Armiento affronta i temi specifici del suo campo professionale ed esce egli stesso dai suoi schemi, da quegli schemi mentali che imprigionano, commentando le teorie di famosi autori classici.

Anche sulla convivenza degli uomini regolata dal mondo del diritto, Mimmo fa le sue osservazioni.

Finanche i principi sanciti nell’obbedienza alla legge rappresentati nella banalità del male di Hannah Arendt, che abbiamo qui recensito come cronaca di un processo, ben dimostra come, nel chiuso della propria autoreferenzialità, possano generarsi mostri, mostri di ubbidienza e di coerenza a principi assoluti che negano la stessa natura umana degli individui come persona: essere volitivo e raziocinante volto per sua natura al bene, dicevano alcuni filosofi classici.

La mente quadrata è già dotata di proprie interne rappresentazioni, ma esiste finché viene vivificata dall’innato rapporto nuziale dell’uomo con ciò che è fuori da sé stesso, nel rapporto con l’altro individuo, con il creato stesso e con il Creatore.

Essa non va a caso ma ha bisogno di confrontarsi con il mondo che esiste fuori dai propri schemi che la arricchisce, di un confronto che impedisce di cadere nell’autoreferenzialità suicida del mito di Narciso, impegnato unicamente a specchiarsi nelle acque di un fiume che rappresentava la materna accoglienza alla vita; quella madre sufficientemente buona perché un individuo scelga di vivere, come ci ricorda Mimmo Armiento.

Abbiamo goduto molto dei tratti tipici della psicoterapia applicata alla comuni contraddizioni con cui solitamente ci confrontiamo ed i racconti personali dell’autore, a volte districandoci poco agevolmente tra l’io il me ed il tu, le cui distinzioni però alla fine risultano chiare.

Mimmo Armiento svolge un percorso scientifico dai preziosi tratti umani che risulta comprensibile anche all’uomo comune nonostante la natura tecnica del lavoro di analisi sui principi della Creazione, del mondo, che sfocia nell’amore gratuito e nella specifica natura nuziale dell’essere umano con una copiosa bibliografia di riferimento che non trascura i Vangeli.

Giulio della Valle

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