Diciamolo tra newbie!

"Newbie" è il vocabolo con cui si definisce un nuovo utente, ed è ritenuto generalmente offensivo, perchè sinonimo di utente poco (o per nulla) esperto. Talvolta viene usato in un'accezione bonaria, come sinonimo di utente da aiutare, se questi avrà avuto la fortuna di far leva sull' istinto "paterno" o "materno" di utenti che hanno maggiore esperienza. Nella maggior parte dei casi, però, ci si riferisce ad un newbie saccente, ed è quindi molto difficile che si volesse usare un tono bonario... ;-)
Io parto dal presupposto che siamo tutti "newbie", e che questo "status" non cambi mai, in quanto ognuno è tale rispetto a qualcun altro. Ritengo, parafransando Lucio Dalla, che "questa vita è una catena" e quindi chi meglio conosce uno specifico argomento può aiutare gli altri, sperando allo stesso tempo di imparare qualcosa di nuovo dagli altri.
In fondo � proprio per questo che non esiste un manuale di istruzioni per "muoversi" in rete: le risposte, anche non ufficiali, vengono offerte da altri utenti in base alla propria esperienza, e, dopo breve tempo, anche un nuovo utente potrà istruire altri grazie alle risposte che ha ricevuto, oppure a quanto ha letto in rete.
In genere le prime dieci, cento, o forse mille domande, chissà, sono sempre le stesse, per cui si preferisce consultare le FAQ (Frequently Asked Question) presenti sui siti dei fratelli_maggiori per apprendere determinate nozioni fondamentali. L'elemento più eminentemente vitale della rete, rimane indubbiamnete quello della comunicazione tra utenti. Usando questo mezzo, ognuno è libero di esprimere la propria opinione, e chi la riceve dovrà affidarsi al proprio senso critico per vagliarne la fondatezza, oppure per discuterla liberamente.
E' interessante considerare, però, che le notizie, quando non sono semplici opinioni, assumono carattere "ufficiale", a mio avviso, se chi le pubblica sul web o chi le posta su un newsgroup vi aggiunge la fonte, quando essa è certa, o viene riportata, oppure può essere facilmente verificata da chiunque.

Frequentando i newsgroup, si avrà modo di rendersi conto che esiste un'accentuata solidarietà tra utenti, grazie alla quale si può venire a conoscenza anche di nozioni che si riterrebbero "patrimonio esclusivo" degli specialisti.
Lungi da me è l'intenzione di iniziare qui un discorso sull'opportunità offerta dai mezzi di comunicazione di massa di diffondere la conoscenza (intesa in senso assoluto) a discapito della sua specificità e qualità, ma quanto affermo induce certamente e giustamente a ritenere che chiunque pubblichi o posti liberamente in rete esprima il frutto della propria esperienza e della propria conoscenza che andranno valutate in base agli specifici contenuti.

Se è vero dunque che in rete esiste la più assoluta libertà di espressione di pensiero, ferme restando le specifiche responsabilità conseguenti dai comportamenti sanciti come violazione giuridica dall'ordinamento del proprio Paese, è altrettanto vero che esistono delle regole relative alla correttezza della forma espressiva.
Alcune di esse sono dettate da esigenze eminentemente tecniche, altre dalle forme di cortesia convenzionali usualmente attuate tra utenti.

Tali consuetudini non scritte, assumono qui in rete un ruolo regolamentare a mio avviso molto importante perchè dettate a favore del "miglior utilizzo delle risorse comuni" e della pacifica convivenza, oltre ad essere state per così dire riunite in un sorta di testo unico, onde evitare spiacevoli incomprensioni e "risse" telematiche.

Queste regole ovviamente non prevedono sanzione alcuna che non sia un comportamento scorretto ed ancor più grave, ma, se violate, possono giustamente indurre altri utenti a cortesi inviti all'uso di un comportamento conforme al buonsenso, pacificamente riconosciuto come tale dalla maggioranza degli utenti, od al rifiuto di risposta ad una propria comunicazione. Ciò avviene nei casi più moderati... ;-)

In fondo questa sorta di "codice deontologico" non scritto (raccolto nella "netiquette" o "retiquetta") risponde ad un insieme di "leggi naturali" che rispondono ad un tempo alle esigenze tecniche e sociali di Internet. Sarebbe interessante discutere se possano essere intese come l'autoregolamentazione di una comunità virtuale, ma giacchè per "virtuale" si intende ciò che reale non è, ci troveremmo di fronte ad una contraddizione di termini la cui soluzione lascio agli edotti in materia (alcuni dei quali frequentatori abituali di it.cultura.linguistica.italiano). Bisognerebbe inoltre presumere un concetto di comunità "universalmente" inteso (ubi societas ibi ius?) e svincolato dalla potestà territoriale dell'ordinamento giuridico di ogni singolo stato, e questo sarebbe ancor più difficile da approfondire!

In questa sede, dunque, liquido molto brevemente questi spunti, limitandomi a considerare le netiquette "cosa buona & giusta" ;-) ed a considerarle come usi e consuetudini di "valore regolamentare" perchè fortemente condivisi dalla quasi totalit� degli utenti e quindi basati sul consenso.
Personalmente cerco sempre di rispettare le netiquette, e, sfortunatamente, parto dal presupposto che quando esse non vengono rispettate, ciò avvenga per un puro "errore materiale".

Se si perseguono questi lodevoli intenti nella comunicazione con altri utenti, secondo il mio pensiero è oltremodo chiaro che non val la pena di farsi intimorire dai soli titoli accademici se rimangono tali soltanto in qualità di qualifica "ufficiale" senza essere supportati da contenuti documentati e da un comportamento sempre oltremodo esemplare.
La fortuna degli ignorantoni come me, di potersi porre a diretto contatto con persone particolarmente qualificate, si esplica nel poter trarre giovamento da talune cognizioni che costoro sono disposti a divulgare. Nasce quindi la possibilità di imparare sperando di poter contestualmente offrire talaltre cognizioni tratte dalla propria esperienza e conoscenza, che, pur essendo ritenute superflue e semplicistiche, rimangono nella loro semplicità un presupposto indispensabile per evitare fraintendimenti.

E' dunque di tutta evidenza che il necessario rispetto reciproco, la propria attendibilità e l'esigenza di conservare un comportamento conforme a quanto viene dettato dalla consuetudine e dall'esperienza del web, non ha alcun rapporto con le cariche assunte all'interno di un'azienda o dalla propria qualifica professionale. Tanto pi� che tali cariche non sempre possono essere verificate dagli utenti, e che moltissimi utenti che non perseguono fini commerciali nell'utilizzo di Internet, preferiscono esplicitare le proprie cognizioni utilizzando uno pseudonimo, una sigla oppure semplicemente il nome e cognome privo del "titolo".

Questi utenti esplicitano comunque la propria conoscenza, spesso supportata da qualifiche professionali, aziendali ed accademiche che rimangono riservate, talvolta per un normale "senso del pudore", talaltra per conservare la libertà di esprimersi al di fuori di quanto imporrebbe loro la carica aziendale o la propria vita professionale.

Altre volte, infine, gli utenti "omettono" il proprio titolo, proprio perchè sono consapevoli che sarà il contenuto delle proprie considerazioni ad assumere "il" peso fondamentale nello scambio di idee. E' sempre in base al contenuto del messaggio che il loro riferimento, sia esso una sigla od uno pseudonimo, pu� ricevere, in breve tempo, da parte degli utenti un "riconoscimento d'autenticità" ed un'attestazione di stima di gran lunga superiore a quello che potrebbe scaturire dall'esplicitazione di un titolo fine a se stesso.

E' in questo che, secondo me, si realizza la grande ed interessante opportunità offerta da questa nuova forma di comunicazione: la possibilità di trovarsi a contatto con "contenuti" interessanti e fonti di nuova conoscenza, senza dover necessariamente rincorrere la risposta di chi espone il proprio "titolo" nella firma.

Esso certamente contribuirà a fornire opportuni elementi valutativi allo spirito critico di chi legge, senza l'intenzione di assurgere la propria opinione a "verità assoluta". E' ancor più probabile, infine, che saranno proprio i più dotti a divenire esempio del rispetto delle reciproche opinioni e delle forme consuetudinarie in cui esse vengono espresse in rete.

Chi predilige o è tenuto a presentarsi in rete nella sua veste professionale, sarà certamente in grado di offrire edotte considerazioni e fonti documentali da consultare, ma l'opportunità di assistere alla competenza di sempliciti utenti, in rete è molto diffusa e vale certamente la pena di coglierla; è bene quindi non dar nulla per scontato e cercare di rispettare chiunque ed essere sempre disposti ad imparare da chiunque...

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