L'oratoria di Pietro Cava

Siamo tutti sconvolti dall�ondata di violenza con la quale gli adulti piegano alla loro volont� i bambini. Il mondo dei bambini dovrebbe essere un esempio del patrimonio di libert� che gli adulti hanno perso nello sviluppo della loro personalit� sociale e dai quali dovremmo costantemente imparare tutti. Non � retorica la mia, bisogna analizzare la violenza come tale innanzitutto, prima di connortarne i caratteri. Ancor pi� gravi, allarmanti, terrificanti, vergognosi e quant�altro si voglia, ma reali, quelli delle violenze che ineriscono la sfera sessuale dei minori. Bambini che una coscienza sessuale non hanno avuto ancora tempo e modo di svilupparla, vittime di ex-bambini che non hanno potuto svilupparla in modo sano. Probabilmente la violenza sessuale trova i suoi sbocchi usi bambini indifesi, soprattutto in et� pre-puberale, proprio perch� essi non conoscono altra violenza che quella delle punizioni (esistono ancora?) o degli schiaffi. Questi signori dell�et� matura, che hanno spesso l�aspetto tranquillizzante nel quale i bambini riconoscono i propri genitori ed i propri insegnanti (quando non sono gi� essi stessi criminali) non hanno quindi difficolt� nel trascinare i piccoli in �giochi� dei quali essi non conoscono il significato e dei quali sono impossibilitati a conoscere la violenza di portata devastante. E� questo l�aspetto pi� vergognoso che scuote la coscienza di ogni persona normale. Uno �choc� di fronte al quale non pu� bastare un intervento legislativo, sia pure forte ed unanime, contro l�esistenza ed il preoccupante avanzare della pedofilia. Ma, fermiamoci un momento a pensare: siamo proprio certi che il fenomeno si stia diffondendo a macchia d�olio, oppure abbiamo deciso soltanto ora �vox populi� di cominciare a guardarlo in faccia ed a parlarne, ed � soltanto per questo che siamo rimasti sgomenti perch� lo abbiamo scoperto molto pi� esteso di quanto credevamo?

Quanto abbiamo taciuto finora, prima che le nostre coscienze si ridestassero contro i pedofili? Facile usare il vocabolo, ma chi sono i pedofili? Ex-bambini violentati forse? Il primo focolare balzato alle cronache prendeva le mosse dalla vicina Francia e sembrava tenuto in vita da un gruppo ristretto di persone. Si scopr� poi un traffico internazionale che offriva bambini da acquistare a prezzi favolosi, taluni siti in Internet che vivificavano i contatti tra i pedofili, e poi pornografia under 16 e tante altre vergogne del nostro pianeta in fin di secolo. Tutte notizie di un mega-fenomeno dal quale credevamo di poterci proteggere. �Attenti ai pedofili� ci si diceva, dunque. Ma quante colpe abbiamo, quanto dobbiamo scoprire che non � un fenomeno che ci attacca dall�esterno; cosa dobbiamo pensare quando il fenomeno prende vita dall�interno delle nostre realt� meno evolute e pi� povere, come da quelle pi� �erudite� di un funzionario Fiat, quando in definitiva scopriamo che i pedofili sono gente comune, e che l�omert� � dei vicini di casa di ogni paese? Il caso di Silvestro Delle Cave ha permesso di riaprire le indagini sulla scomparsa di altri minori, ha scosso il mondo per la ferocia bestiale (ed � un complimento) degli esecutori di un crimine che neanche le cronache pi� �nere� avevano mai registrato. La Chiesa, per la prima volta, non riesce a parlare di perdono di fronte ad un crimine indefinibile e ad un soggetto che non pu� espiare una colpa che non sente di avere; il Vaticano si limita ad affermare che per il perdono � presto, fugando il sospetto che un essere umano ha difficolt� a rappresentare il �perdono divino� di fronte a casi di questo genere. Tutto bene fin qui, tutto comprensibile di fronte al clamore sollevato da questo caso cui � conseguito un intimo disgusto ed una difesa dei propri piccoli dall�estraneo, attuata come farebbe il pi� temibile dei felini. Ma guardiamo il fenomeno dall�interno della famiglia: che cosa dobbiamo pensare quando una mamma non si sorprende che un 53enne che �va a fare la pizza� con la propria figlia decenne, e quando non si sorprende nemmeno di vederla tornare a con dieci, venti o cinquantamila lire che le sono state regalate? Dov�� la coscienza della famiglia? E quante famiglie povere sono �aiutate� da equivoci personaggi che si accompagnano ai loro componenti pi� giovan? Quanti �zii� o �zietti� hanno i giovanissimi che vivono in realt� che hanno tollerato queste situazioni? Quanti docenti degni della loro pubblica funzione, invece, avevano focalizzato casi allarmanti, ancor pi� tali perch� conosciuti nel quartiere e ritenute condizioni di vita normali, ma non hanno potuto agire perch� privi dei mezzi atti a porvi rimedio? Ed infine, quanti docenti fino ad oggi hanno intessuto rapporti sessuali con propri allievi minorenni senza essere toccati dalla rivolta sociale degli ultimi mesi, dagli onori delle cronache e dalla repressione che presto il legislatore render� operativa. E� recentissima, mentre scriviamo, la notizia della morte di Allocca nel carcere di Poggioreale e qualcuno a bisbigliato che a Poggioreale le guardie carcerarie gli hanno fatto una doccia fredda per punirlo, mentre lo proteggevano dal contatto con altri detenuti che lo avrebbero linciato. Non ci soffermiamo a valutare il sentimento dei criminali che si ritengono tanto onesti da poter fare giustizia sommaria contro un orco di questa fattezza e sembra che ci� non abbia pi� importanza alcuna, giacch� il mostro ormai � morto. Nessuno lo piange e tutti ne rifiutano la salma. �Bruciatelo� si urla a gran voce per distruggere la �presenza� anche post-mortem. Siamo certi che non � un modo per sotterrare un �simbolo� e dare pieno respiro alle nostre coscienze turbate? Un modo per dimenticare le colpe che tutti ed ognuno hanno in merito a fenomeni che in un�aula di tribunale potrebbero addirittura configurarsi come un comportamento non violento, soltanto perch� altri pedofili, familiari o meno, hanno saputo agire senza farsi prendere dall�inumana sequela di comportamenti (non possiamo parlare di �raptus�) che ha posto in essere Allocca con i suoi complici, qualunque sia il coinvolgimento dei generi (ancora una volta �pericolosamente� familiari).

Non credo che possiamo trovare giovamento dalla fine del �mostro�, sia che egli si sia sottratto alla giustizia materiale, sia che abbia avuto la giusta punizione, era purtroppo soltanto la punta dell��iceberg� di un fenomeno allarmante. Ci� che costui ha compiuto in vita � scritto a chiare lettere nella coscienza di tutti, nella preoccupazione dei genitori che devono svolgere al meglio il proprio difficile compito, nel dolore di tutti i cari di queste vittime innocenti e nel turbamento di ogni essere umano. Sarebbe grave piuttosto accanirsi sul simbolo per dimenticare il fenomeno, o abbassare la guardia soltanto perch� i resti mortali del mostro che ha sconvolto il mondo intero sono lontani, anonimi o ridotti in cenere. Dovremmo invece accettare che questi episodi sono l�apice della devastazione cui pu� giungere un cancro sociale che fa parte purtroppo della nostra squallida vita quotidiana. Ora li chiamiamo pedofili ed �attenti ai pedofili� quindi, ma noi dove siamo, e prima� dove eravamo?!! (pi.ca.)


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Luned�, 03-Lug-2000 19:35:00 CEST