Accesso ad Internet di un’utenza modem

L’utente modem è quello che si collega ad un "server" utilizzando la linea telefonica tradizionale.

In ambiente Windows, occorrerà configurare una "Nuova connessione" in "Accesso remoto" ed inserirvi almeno il numero telefonico da comporre (opzionalmente l’identificativo utente e la password ed il D.N.S., come vedremoà ).

Lanciando il software per la connessione, il modem effettua la telefonata ed al numero telefonico del fornitore d’accesso risponderà automaticamente il modem "Provider", con un suono continuo analogo a quello che si riscontra durante l’utilizzo di un fax.
In questa fase preliminare il modem dell’utente ed il computer che risponde si scambiano delle informazioni in base alle quali viene, per così dire, "concordato" dalle macchine tutta una serie di parametri, tra i quali la velocità di trasmissione.
L’utente inserirà il proprio identificativo (generalmente scelto dal provider) e la propria password (generalmente scelta dall’utente stesso). Questa operazione può anche essere svolta automaticamente dal software al momento opportuno se si è già provveduto ad inserire questa coppia di chiavi durante la configurazione della connessione.

A questo punto l’utente è abilitato ad usare una delle porte di connessione ad Internet disponibile presso il proprio fornitore d’accesso e può inviare al server le proprie richieste. La porta viene identificata univocamente dall'indirizzo I.P.

I tempi di reazione del server dipendono da tre variabili fondamentali: il numero di utenti collegati simultaneamente presso uno stesso "nodo" o "P.O.P.", che dir si voglia (perché le operazioni vengono svolte dal server suddividendo le proprie risorse tra tutti gli utenti collegati simultaneamente); dal traffico esistente presso la "dorsale" che viene adoperata dal "Provider" (e quindi diciamo genericamente che dipendono dal traffico presente in Internet) ed infine dalla velocità di reazione del nostro computer.

L’utente può intervenire soltanto su questa terza variabile, ovvero nel caso in cui si renda conto che, anche se il "Provider" è sempre attivo, i tempi di risposta sono inferiori alla aspettative. Questo caso è facilmente riscontrabile durante lo "scaricamento" di un file (comunemente detto "download").

In questo caso è il computer dell’utente a ritardare nel dare il proprio segnale di "ricevuto" al "server" e dunque, ferme restando le potenzialità massime di questo tipo di connessione, la lentezza può essere dovuta ad un modem troppo lento, ad un’esigua quantità di memoria o di spazio sul disco rigido (per gli utenti Windows), ad una CPU obsoleta.

Come faccio a sapere se è sempre attivo il provider?

Controllando due spie che sono sul modem e che il software riporta sulla barra di stato in fondo allo schermo. Esse si accendono a seconda dello stato del modem: una indica la ricezione di un segnale dall’esterno, e l’altra indica l’invio di un segnale verso l’esterno. Quando si scarica un file, la spia di ricezione è sempre accesa (monitorando l’attività del provider) e quella di trasmissione lampeggia ad intervalli variabili. Questa spia indica il segnale di "ricevuto" che il modem invia alla fine di ciascun segmento del file (Vedi TCP/IP). Se la spia di ricezione rimane sempre accesa significa che il provider è sempre attivo, ed è il nostro sistema a ritardare nel dare la risposta con il "segnale di ricevuto". Viceversa, se la spia di ricezione si spegne, significa che in quel momento il provider non è attivo presso la nostra "porta di connessione" ed il ritardo non dipende dal nostro sistema, ma da rallentamenti imputabili alla momentanea indisponibilità di risorse del provider o della rete che si trova a monte di esso.

Quali sono le differenze ?

Quando si inserisce un indirizzo, il provider "cerca" l’indirizzo I.P. inserito, o l’indirizzo I.P. corrispondente all’URL che è stato digitato. In questa fase, quindi, i tempi dipendono dalla distanza "fisica" (nel senso che abbiamo accennato) del destinatario rispetto al provider. Chiariamo meglio il concetto. Abbiamo detto che in Internet la distanza fisica non esiste, ma che essa è data dalla quantità e qualità delle linee che collegano il nostro provider ad un determinato paese straniero, e dal traffico locale esistente presso il nostro provider ed il server straniero, quindi dal traffico locale esistente in questo paese e nel nostro.

Questi elementi determinano la distanza "fisica" tra i due server: se un dominio esiste ed è attivo, riusciremo certamente a contattarlo, ma il nostro segnale può essere instradato direttamente verso il destinatario, o passare attraverso migliaia di computer, facendo il giro del pianeta in senso opposto, proprio secondo gli obiettivi della N.A.S.A. nel progetto iniziale.

Se esistono linee di collegamento dirette (ignorando per il momento ogni considerazione relativa al traffico telefonico), il tempo sarà breve, altrimenti la nostra richiesta dovrà essere dirottata su altri server. Un server già attivo al 100% la rifiuterà ed essa verrà indirizzata ad un altro server, fino a trovarne uno che si assume la "responsabilità" di instradarla allo stesso modo verso il destinatario.

Per fare un esempio molto semplice, supponiamo che non esistino reti preferenziali di connessione tra diversi paesi o domini, immaginando il percorso fisico di un segnale, come se la rete di comunicazioni tra computer esistente fosse analoga al mappamondo. Se vogliamo consultare un server americano, la nostra richiesta può attraversare l’Europa verso il destinatario, ma se i server dell’Inghilterra sono già impegnati, essa verrà instradata verso l’America attraverso il server di un altro paese, ad esempio la Germania, che starà ancora cercando una "via d’accesso verso il destinario" attraversando l’Atlantico. Se in questo modo la richiesta arriva via via in Russia, l’instradamento seguirà la via più breve verso il destinatario, ma questa volta non si instraderà verso l’Europa, bensì verso l’Asia, attraversandola prima di giungere a destinazione in America.

Se invece il nostro provider è sempre attivo, ma i tempi di scaricamento sono lunghi, significa che il nostro computer "tarda" a dare il segnale di ricevuto con il quale sostanzialmente chiede il segmento successivo del file che sta scaricando ed è quindi sotto dimensionato rispetto alla velocità del provider.

In che modo il traffico influenza la velocità?

Ogni "server" soddisfa le richieste di un numero indefinito di modem, ai quali sono collegati gli utenti. Ciascun modem è contrassegnato da un numero identificativo che corrisponde all’ultimo dei numeri che fanno parte dell’indirizzo I.P.. Il server, per quanto potente possa essere, ha comunque un limite massimo di lavoro. Nei momenti il cui il server lavora al 100%, le nuove richieste vengono messe in attesa. La velocità con cui si riceve una risposta dipende quindi dalle capacità del server e dalla percentuale di utilizzo di esse, quindi, in definitiva dal numero di utenti collegati in quel momento allo stesso server, tra i quali vengono divise le risorse in quel momento esistenti. Il server, appena disponibile, soddisferà la nuova richiesta. Continuerà a dividere le proprie risorse tra tutti gli utenti e quando giungerà un segnale indirizzato alla nostra porta I.P., in risposta alla nostra richiesta, lo invierà al nostro computer appena avrà risorse disponibili.

E’ possibile controllare il percorso svolto da una richiesta?

Nel rispetto del progetto N.A.S.A., ciò non è possibile. Esso in fondo, puntava proprio a questo: raggiungere un computer compiendo qualsiasi percorso. E’ possibile sempre verificare quale percorso svolge usando un programma "trace route" quale "tracert" per DOS -> o neotrace per Windows ->, ma non si può intervenire sul percorso.

Sarà interessante osservare, ad esempio, dove il nostro provider ha il proprio nodo "direct", cioè il nodo al quale pervengono le richieste di una determinata zona del paese; chi si collega dal sud Italia potrà distinguere un provider che instrada tutte le richieste del Sud Italia sulla linea Roma - Milano, ed un altro che, avendo il nodo direct nella propria città, accede direttamente alla linea internazionale, quella, per intenderci, dove per definizione iniziano i carichi di traffico maggiori.

Accenniamo qui, in termini di percorso del segnale, che il messaggio di posta elettronica, della quale ci occupiamo ampiamente altrove viene corredato da una intestazione nel quale compare il percorso svolto dal messaggio: in essa compaiono tutti i nomi dei server i posta che hanno concorso alla consegna e la data ed ora dell’operazione.

In genere i server di invio della posta (S.M.T.P.) permettono di identificare la macchina dalla quale è partito il messaggio in quanto trattengono l’indirizzo I.P. e l’identificativo del computer; le uniche variabili che permettono l'identificazione. Fanno eccezione gli "anonimus remailer ", quei server pensati per consentire l'anonimato del mittente, che non acquisiscono queste informazioni e talvolta mascherano anche l'indirizzo di posta del mittente - >.

E' possibile migliorare la velocità di connessione?

E' impossibile scegliere i server attraverso i quali passare, però, nell’invio della posta elettronica, si può ricorrere ad uno stratagemma: "avvicinarsi" al destinatario, utilizzando direttamente il server S.M.T.P. del destinatario per l'invio.

Se, per esempio, vogliamo inviare un messaggio ad un utente che utilizza una mailbox gratuita avente un nome di dominio americano, possiamo inviarla attraverso il server S.M.T.P. del suo dominio ad accesso pubblico. Impiegheremo un tempo maggiore di quello abituale, ma avremo la certezza che appena terminato l'invio, il messaggio sia immediatamente disponibile presso il destinatario. La possibilità di ricorrere a questo "trucchetto" è comunque subordinata a quanto consente il nostro provider: per garantire un servizio ottimale ai propri utenti, infatti, sempre più frequentemente, i provider negano l'accesso al server S.M.T.P. agli utenti che non sono collegarti alla propria rete telefonica. ->

In definitiva, la velocità massima raggiungibile da una connessione è sempre quella che permette il provider attraverso il modem e la linea telefonica che hanno l’effetto di un imbuto, ciò nonostante esistono diversi sistemi per migliorare la velocità quando si hanno a disposizione i server proxy ed i siti mirror.

Cosa sono i server proxy ed i siti mirror?

Sono due cose che funzionano in modo molto diverso, ma, sostanzialmente, offrono entrambi copie di nodi o siti. Queste copie risiedono sul server del nostro provider. Iniziamo ad esaminare come funziona il server proxy.

Il proxy è un servizio che pu&ògrave essere posto su un server aggiuntivo, in genere molto potente, che ha il compito di copiare in locale i siti richiesti dagli utenti. Ricorrendo al proxy, l’utente non viene collegato immediatamente e direttamente al sito richiesto usando il proprio indirizzo I.P. e le proprie risorse, ma richiede al proxy del provider se ne esiste già una copia.

Se gli altri utenti hanno già richiesto quel sito nelle ultime ore, troverà una copia del sito che desidera consultare sul proxy, pertanto esso verrà trasmesso istantaneamente dalla memoria del server proxy del nostro provider e non dalla collocazione fisica del server sul quale risiede il sito. L’utente non consulterà direttamente il sito, ma la copia analoga che risiede sul server proxy, con un notevole risparmio di tempo e di "risorse". Il destinatario non potrà quindi identificare il singolo utente, perché la richiesta gli giunge dall’indirizzo I.P. del server proxy, quindi da un’area d’acceso comune a tutti gli utenti della rete interna al proxy. Egli potrà identificare soltanto il server proxy del provider che gli ha inviato la richiesta; saprà quindi soltanto che l’utente è uno degli utenti di un determinato dominio.

Se invece l'utente è il primo a richiedere quel sito, la richiesta verrà evasa in propria vece dal server proxy, sfruttando le proprie risorse, e copiata sul proprio hard disk per rimanere a disposizione della consultazione da parte di altri utenti per un tempo stabilito dall’amministratore; verrà quindi comunque trasmessa all’utente dal server proxy del provider.

Il concetto del funzionamento del proxy è sostanzialmente analogo a quello del nostro computer quando utilizziamo il browser. Se la pagina che stiamo chiedendo risiede già sul nostro Hard Disk, essa verrà caricata in memoria dal nostro Hard Disk alla memoria RAM (dopo una verifica se siamo in linea, oppure direttamente se siamo in modalità "non in linea"; allo stesso modo, se essa fa parte delle pagine appartenenti ad uno dei siti già residenti in modo temporaneo sul server proxy, (perché il proxy scarica interi siti), esso verrà istantaneamente trasmesso dal provider al nostro computer via rete telematica. Se esso non risiede sul proxy, il server proxy provvederà ad interrogare il server remoto, ed a crearne una copia che rimarrà disponibile anche per gli altri utenti finché sarà possibile e la trasmissione a noi sarà comunque ridotta al percorso che ci separa del provider. Quando la memoria fisica dell’hard disk del proxy sarà piena, verrà cancellato il sito richiesto meno recentemente e verrà sostituito dal sito corripondente alla nuova richiesta (con il metodo F.I.F.O.).

Il proxy quindi conterrà i siti che appartengono ad una sorta di "Hit Parade" dei siti richiesti nelle ultime ore da tutti gli utenti del proprio provider; essi presumibilmente saranno relativi alle consultazioni di carattere quotidiano: notiziari, pubblicazioni di quotidiani, ecc...

Sebbene, come abbiamo detto, i tempi di connessione aumentano qualora il sito richiesto non sia disponibile presso il proxy, (che è uno strumento di comunicazione insostituibile per la navigazione dell’utente modem ed offre sempre i migliori tempi di connessione possibile) gli utenti modem possono trarne due vantaggi: evitare di rimanere connessi per il periodo di tempo necessario alla consultazione del sito da parte del proxy, avere la certezza che, qualora la comunicazione telefonica si interrompa, il sito richiesto sarà immediatamente disponibile alla nuova connessione. Questi vantaggi offrono nuove prospettive soprattutto agli utenti con abbonamenti a tempo vincolato, che possono usare il proxy senza dover attendere il tempo di connessione necessario per ottenere risposta dai siti richiesti. Per procedere in questo modo l’utente invierà la propria richiesta, interromperà la comunicazione telefonica e tornerà a riconnettersi alcuni minuti dopo consultando immediatamente l’indirizzo richiesto.

Supponiamo che un utente modem voglia consultare quattro pagine appartenenti a quattro siti differenti. Normalmente si connetterebbe aspettando di scaricare la prima pagina, quindi la consulterebbe, lasciando inattiva la propria connessione per il tempo occorrente alla lettura, poi chiederebbe la seconda e così via fino all’ultima. Aspetterebbe quindi che ciascun sito venga scaricato sequenzialmente. Utilizzando il proxy, invece, egli dovrà inviare "a tappeto" le proprie richieste inviando il primo indirizzo, quindi il secondo e così via fino all’ultimo e quindi potrà disconnettersi.

Nel frattempo il proxy lavorerà per lui, e riconnettendosi dopo una mezzora troverà immediatamente disponibili sul proxy, i quattro siti che aveva richiesto; in tal modo riducendo all’indispensabile i tempi di utilizzo della linea telefonica e delle ore del suo abbonamento.

Ovviamente tutto ciò può farsi senza abusare, tenendo presente che il proxy scarica interi siti e quindi evitando di ricorrervi per consultare una sola pagina di un sito rapidamente raggiungibile. Questa è soprattutto una forma di rispetto reciproco sostanzialmente dovuto nell’utilizzo delle risorse condivise: un conto è avere a disposizione una Ferrari, un conto è correre a 300 Km/h in un centro abitato.

Il proxy, infatti, ha un proprio meccanismo difensivo per ottimizzarne la resa e l’efficienza del suo servizio. Esso attende un tempo limite per ciascuna richiesta, e se entro questo termine non riceve risposta, non soddisfa la richiesta restituendo un "time out error". Questo messaggio non indica che il sito non esiste, ma soltanto che non può essere consultato tramite proxy, perché i tempi di risposta sono eccessivi rispetto al tempo massimo settato sul server proxy dall’amministratore di sistema. Se vi capita di leggere questo errrore, disattivate il proxy e provate a raggiungere il sito direttamente, attendendo tutto il tempo necessario per la connessione. Avrete buone probabilità di scoprire che il sito esiste pur offrendo una velocità poco soddisfacente.

Questo esame della funzione di caching di un server , nella sua funzione di proxy, ci introduce ad un concetto per certi versi simile, che è quello dei siti "mirror".

I siti "mirror" sono copie permanenti di siti residenti altrove.

E’ prassi comune ricorrere ai siti "mirror" quando si intende scaricare un file residente su un server che non ci risponde in tempi ottimali. Gli amministratori dei siti che offrono software particolarmente interessanti o che vengono frequentemente consultati da un’area di utenza pressocché universale, sono soliti permettere che venga effettuata una copia dei propri contenuti su un server residente in un Paese diverso, per permetterne la consultazione da parte di un’area di utenza che altrimenti non riuscirebbe mai ad usufruirne (tempi di download eccessivi e conseguente verificarsi di cadute di linea). I nodi internazionali quindi hanno spesso dei server dislocati in diversi paesi che contengono gli stessi file, per permettere all’utente di scegliere il server più vicino onde ridurre al minimo i tempi necessari per scaricare il file.

L’esistenza di questi server "mirror" la si scopre generalmente quando nell’area di download viene richiesto da quale Paese ci si collega, oppure se viene richiesto da quale server si desidera scaricare il file. Si scopre spesso in questi casi che tanto i server dei provider, quanto i server di università ed istituti di ricerca contengono spesso software, anche ludico, che non ci aspettava di trovare disponibile nel proprio Paese.

Altre volte è il provider ad indicare agli utenti i server "mirror" che offre ai propri utenti.

Per accedere ad un mirror dovremo puntare alla directory che è stata assegnata dal nostro provider, o comunque dal sito che lo ospita.

La scelta dei siti che vengono "mirrorati" dai provider è dettata da accordi aziendali, ma ricade in genere sui siti contenenti software molto diffuso o di libera distribuzione che per loro natura sono soggetti a frequenti e, soprattutto, lunghissime consultazioni. Avere una copia locale dell’intero sito è fortemente vantaggioso per il provider allo scopo di ridurre il traffico della propria rete verso l'esterno, usufruendo di risorse comuni: una volta copiato, bisognerà sobbarcarsi soltanto il banale onere di mantenerlo aggiornato. Queste copie hanno un tempo di aggiornamento variabile a seconda delle scelte dell’amministratore: in genere variano da una a quattro settimane ed in casi particolari si riducono a sole 24 ore.

Se il vostro provider non ha mirror, sarà sufficiente consultare il sito al quale siete interessati, al suo indirizzo ufficiale, come abbiamo accennato. Esso detiene un elenco aggiornato dei mirror esistenti e può indirizzarvi alla scelta del server più vicino a voi facendovi scegliere un server tra i continenti e le nazioni disponibili, e talvolta indicandovi il sito al quale la porta dalla quale accedete provider è connessa in tempi più rapidi.

Riassumendo quindi: il proxy è un server che ha una copia locale temporanea delle ultime richieste fatte dagli utenti di una stessa area; un sito mirror è una copia permanente e aggiornata di un sito o di un dominio residente su un altro server.

Posso consultare un sito senza essere collegato?

Esistono diverse soluzioni per consultare un sito "off-line". I browser di quinta generazione offrono automaticamente la possibilità di rivedere, in modalità "Non in linea" le pagine già consultate, alcuni offrono una migliore velocità di consultazione dovuta al fatto che richiedono al server proxy gli indirizzi delle pagine contenute nei link della pagina che state scaricando: in questo modo, mentre leggete la pagina, tutte le altre pagine alle quali potete passare cliccando sul link, sono già presenti nella memoria temporanea del server "proxy" e saranno immediatamente disponibili, riducendo al massimo i tempi morti.

Tuttavia l’opportunità più interessante è quella offerta dai cosiddetti "browser off-line" che scaricano interi siti sull’hard disk senza l’utilizzo del browser e quindi, non dovendo provvedere alla visualizzazione, offrono tempi migliori.

Tra questi eccelle a mio avviso Webzip per Windows che sfrutta al massimo le potenzialità offerte dal server proxy. Esso può attivare contemporaneamente fino a 12 connessioni, ed inviare le richieste al proxy tutte insieme ("a tappeto", per intenderci), può creare automaticamente un file zip che ricrea la struttura del sito in locale. Il suo neo è che può avere problemi girando sotto Windows NT.

Webzip provvede allo scaricamento nei tempi ottimali, sia nel caso che abbiamo già inviato al server proxy la nostra richiesta, (e quindi sappiamo che il sito ormai risiede sull’hard disk del server proxy) sia nel caso in cui ci accingiamo a richiedere la consultazione di un nuovo indirizzo. Questo software può essere configurato anche per scaricare un’intera directory, un intero sito, o quest'ultimo con tutti link connessi presso altri indirizzi web. In questi ultimi due casi, consulta la prima pagina e trae dai link che sono in essa, l’elenco di altre pagine, fino ad ottenere via via l’indirizzo di tutte le pagine presenti. Da questo momento in poi, può inviare al server "proxy" una richiesta per ciascuna delle pagine presenti, inviandole tutte insieme "a tappeto" ogni cinque secondi.

Contemporaneamente scarica le pagine che gli vengono inviate dal server proxy. Questo significa che apre innumerevoli connessioni e simula le richieste come se esse venissero fatte da una serie di utenti diversi, ponendosi in ascolto per ricevere i file nell’ordine casuale in cui gli vengono inviate dal server proxy.

Ciò non significa, ovviamente, che la velocità di trasmissione aumenta, ma che essa può essere sfruttata al 100%, in quanto, nel giro di pochi secondi il server inizierà a smaltire le richieste ed a inviare tutti i segmenti che riceve contemporaneamente, al sistema dell’utente, abolendo i tempi morti.

Altri software come "Netcache", si preoccupano di scaricare i link collegati alla pagina che stiamo leggendo, appena essa è stata scaricata. Personalmente non preferisco questo sistema per diversi motivi: sia perché ritengo raro il caso in cui si consultino tutte le pagine di un sito e così come sono linkate, che perché in questa ipotesi è molto più comodo salvarle tutte insieme in un file zip, ma soprattutto, infine, perché questo software tiene costantemente occupato il modem, lavorando in multi-tasking con altri processi e se state facendo anche un download potrebbe crollare la velocità di scambio dei dati fino a provocare una caduta di linea.

 

http://utenti.tripod.it/GiuliodellaValle/guide/4_utenza_modem.htm
Martedì, 09-Nov-1999 21:55:00 CEST